BARGONI

1980

Si tratta di un periodo assai intenso di ricerca che si apre con una fase di ripiegamento nei confronti di una pittura vissuta senza certezze di risultati ma verificata con autenticità intellettuale totale.
Inizialmente l’intelligenza critica sembra castigare la libertà espressiva anche se sempre “la fisicità del colo- re è parte integrante dell’operazione… c’è in tutto questo una componente di compiacimento mentale, quasi l’esibizione di una grammatica tecnico-compositiva; ma c’è, denso e dolcissimo, il rapporto manuale con la tavolozza, il piacere della manipolazione dei pigmenti”. (Rossana Bossaglia)

BARGONI

Infine nel 1988 Bargoni, a fronte dell’apertura di un nuovo ciclo di lavori ad olio, sorretti da un sentimento inconfondibile di piacere verso la pittura, dichiara: “Io sono questo” e la volontà dichiarata è quella di “mutare l’antica analisi sulle possibilità infinite del colore in un colore di nuovo possibile, sorretto da forti ragioni culturali ma anche giocato con spirito emotivo, piacere espressivo e magia,… il colore si nutre di colore” e la pittura rimane “pensiero dominante” (Claudio Cerritelli) 

Giancarlo Bargoni con Rinaldo Rotta

1988